L’imprenditore sambenedettese Finori non si presenta per la seconda volta: contesta la scadenza dell’affitto nonostante un verbale Gst dica il 7 novembre. L’intervento pubblico potrebbe dare una svolta al territorio
PIETRACAMELA – Diventa sempre più difficile scrivere dell’evoluzione delle vicende dei Prati di Tivo e trovare una luce in fondo al tunnel costruito dal gioco delle parti, in una telenovela che è diventato soltanto un contenzioso legale. Oggi, come si sapeva, Finori avrebbe dovuto quantomeno presentarsi per la riconsegna degli impianti di risalita a lui affidati con proroga di gestione per la stagione estiva (ne è anche custode oltre che gestore). Ma si sapeva anche che non si sarebbe presentato, come non lo aveva fatto il 10 novembre. E fin qui è la cronaca. Ai Prati di Tivo questa mattina c’erano solo i rappresentanti della controparte, la Gran Sasso Teramano, con il liquidatore Gabriele Di Natale e il legale Divinangelo D’Alesio. Altro viaggio a vuoto.
Adesso il problema è stato spostato sulle date, quelle a cui fari risalire la decadenza del contratto di gestione e dunque calcolare i tempi di riconsegna. E’ questa la strategia scelta dai legali di Finori, che ieri sera hanno inviato un’altra lettera per precisare questa posizione. Agli atti c’è un verbale di assemblea della Gran Sasso Teramano del 21 dicembre scorso in cui, nell’accogliere la proposta del presidente Diego Di Bonaventura di prorogare di ulteriori sei mesi (oltre i 6 concordati il 7 novembre 2021 causa Covid, per la stagione invernale) la gestione di Finori, per permettergli anche di usufruire dell’estate. Dunque: sei mesi dal 7 novembre 2021 al 7 maggio 2022 e altri sei mesi, dal 7 maggio 2022 al 7 novembre 2022. Questa è quanto scritto nel verbale d’assemblea dei soci proprietari degli impianti: dunque il contratto di affitto, diciamo così, è scaduto il 7 novembre scorso (nella foto l’estratto del verbale di quell’assemblea).
Diversa è l’interpretazione di Finori: quell’assemblea si è tenuta il 21 dicembre, dunque il calcolo della somma delle prima e della seconda proroga porta alla scadenza del 21 dicembre 2022. Si intuisce che Finori sa che dovrà riconsegnare gli impianti il 21 dicembre, secondo la sua interpretazione: cosa cambia per lui? Ai più pare invece una tattica ostruzionistica, forse per trascinarsi fino alla discussione dinanzi al giudice civile, fissata al 23 febbraio…
All’orizzonte, però, nel tentativo di trovare una soluzione alla difficoltà di un territorio che si appresta a vivere un’altra stagione invernale senza sciatori e ormai in ginocchio nonostante l’ottima estate turistica, si fa strada una ipotesi C (ovvero non Finori e nemmeno i fratelli Persia): l’acquisto delle rispettive proprietà della Gst da parte dei Comuni di Pietrcamela e di Fano Adriano. Che si occuperebbero essi stessi della gestione in proprio degli impianti di risalita dei rispettivi comprensorii. Una proposta che non è proprio campata in aria, che potrebbe riguardare anche la Provincia, e che potrebbe essere chiusa con una somma di poco più di un milione di euro, previa rinuncia – per motivi di interesse pubblico e per favorire una via d’uscita – alla rinuncia dei crediti verso la società del Comune di Fano Adriano e dell’Asbuc di Pietracamela. Raccoglieranno la sfida i sindaci Antonio Villani e Luigi Servi o lo stesso Diego Di Bonaventura? I Prati di Tivo vogliono ancora sperare.